Passeggiando nelle zone dell’Auriga, oltre ai famosi e luminosi ammassi aperti Messier, c’è un’immancabile tappa da dover fare: la stella UU Aurigae, un puntino color oro rosso!
Fu per caso che la osservai la prima volta: passeggiavo nella costellazione dell’Auriga, quando tra i tanti astri che scorrevano nell’oculare, mi balzò all’occhio uno dall’intenso colore rossiccio.
Lo stupore di quella casualità mi ha portato alla ricerca di stelle sempre più colorate e in modo particolare alla ricerca di quelle sempre più rosse!
UU Aur insomma, è stata la mia prima carbon star!
Dopo alcuni anni è stato davvero curioso poter constatare che esattamente come accaduto a me, fu proprio il colore di questa stella a portare Angelo Secchi alla scoperta delle variabili al carbonio!
Osservandola visualmente nel 1868, annotava che doveva
«essere un po’ variabile, perché al Capo Herschel la chiama ranciata, mentre ora è rossa del tutto»;
ma poi, osservandone lo spettro, si accorse che esso era così diverso da tutti gli altri finora classificati che diventava necessario aggiungere un IV Tipo ai tre già costituiti. In poco tempo, insomma, l’astronomo italiano arrivò a contare altri 16 astri simili riuscendo a costatare quanto i loro spettri avessero
«più che gli altri analogia coi gas, e specialmente con quello del carbonio».
Queste parole segnarono inequivocabilmente la scoperta delle carbon stars, di cui UU Aurigae, fino ad allora un’anonima stella n. 12561 del catalogo di Lalande, ne è divenuta la capostipite proprio per la sua intensa colorazione!
Individuarla nel cielo non è semplicissimo!
Si trova comunque circa a metà strada tra Menkalinan ( β Aurigae ) e θ Gemini.
Osservandola dopo Rigel si noterà un nettissimo contrasto di colori; confrontandola invece con Betelgeuse, ci si accorgerà come quest’ultima, pur essendo una famosa “gigante rossa”, impallidisca fino a diventare più precisamente una gigante arancione!
Provare per credere!
Cieli colorati!
Qui trovi l’elenco di tutte le variabili al carbonio proposte.