Per l’alta luminosità delle stelle che la disegnano la costellazione di Orione è sicuramente a le più popolari del cielo!
Nelle notti d’inverno a chiunque sarà capitato di notare i tre luminosi astri, quasi perfettamente allineati che ne disegnano la Cintura. Pare che già agli antichi Egizi, sedotti dal loro fascino, piacque allineare le imponenti Piramidi di Giza proprio riproducendone l’aspetto.
Come racconta Flammarion, nella storia delle costellazioni questo piccolo asterismo ha assunto svariati nomi, a partire da quello di “Rastrello“, il cui manico era composto dalle stelle sotto la Cintura; fino ovviamente a quello dei “Tre Re“, in riferimento ai Magi del Vangelo, essendo l’asterismo più facilmente visibile in concomitanza delle festività natalizie.
Se ci mettessimo alla ricerca del significato
dei nomi delle stelle che disegnano l’intera costellazione però ci accorgiamo che quasi nessuno di essi è legato alla figura del Cacciatore della mitologia greca a cui appartiene l’asterismo odierno.
Quasi tutti infatti derivano da una tradizione araba che legava questo asterismo ad un’immagine addirittura femminile di nome al-Jauza le cue vicende purtroppo, sono ormai andate perdute.
E infatti:
Betelgèuze, la seconda stella più luminosa della costellazione, prende il nome dall’arabo “yad al-Jauza”, “mano di al-Jauza”. È l’astro più rosso del cielo tra quelli le cui sfumature sono percepibili già ad occhio nudo: una gigante rossa ormai sul punto di esplodere in una luminosissima supernova.
Rigel, la più luminosa, deriva dall’arabo “rijl al-Jauza”, “piede di al-Jauza”; e le due stelle esterne della Cintura del Cacciatore, Alnìtak ad Est, dall’arabo “al nitaq al-Jauza”, e Mìntaka ad Ovest, dall’arabo “mintaqat al-Jauza”, hanno lo stesso significato di “cintura di al-Jauza”, perchè chiaramente, anche nel mito arabo disegnavano il cingolo della figura mitologica!
Le altre stelle invece ereditano nomi
da altre tradizioni antiche o dalla fantasia degli uomini moderni:
Ed infatti, la stella centrale del Rastrello
ha ereditato il nome di Alnìlam, dall’arabo “al-nizam”, “la collana di perle”, rivelando così un’altra antica immagine che una diversa tradizione araba associava alle tre stelle.
Sàiph: dall’arabo “saif al-jabbar”, “Spada del Gigante”, rivela un altro nome dell’intera costellazione;
Bèllatrix: dal latino “donna guerriera”,
inizialmente associato da fonti astrologiche a Capella, e poi trasferito a questa stella quando qualcuno ha provato a tradurre l’arabo Al -Jabba in “guerriero” al posto di “cacciatore”.
Meissa: dall’arabo “al-maisan”, dal significato incerto: potrebbe tradursi come “Splendente”, termine associato anticamente a γ e ξ Geminorum anche se non se ne conosce il motivo. A causa di un errore fu successivamente attribuito a questa stella di Orione.
Hatysa: ha addirittura un nome senza alcun significato, perché inventato dall’astronomo ceco Antonín Bečvář nel 1951 nel suo Atlas Coeli; la stella è chiamata anche in arabo “Na’ir al Saif” “la splendente della spada”, in riferimento alla spada di Orione.
Infine Thabìt e Tabìt, entrambe dall’arabo
“Colui che sopporta”, oppure “fisso-duraturo”.
Cieli colorati!!!
Gli Egizi si “Divertirono” ad allineare le tre piramidi a Giza…??? …ma per cortesia… Non sono state scelte a caso, perchè la Cintura di Orione e non altre Stelle e/o pianeti, ad esempio, solo per la loro lucentezza ??? C’era un Preciso intento…gli Antichi Egizi (o “Qualcuno” che le aveva costruite ancor prima di loro) ci ha voluto lasciare un indizio… …o “Noi veniamo da Lì”… o “Noi” siamo andati Lì …!!! Mario F.
O noi, andremo li…. ta-ta-taaaa.
… per il resto Tutto Mooooolto interessante… 😉
Mario F.
Vedo tutte le sere queste tre stelle in fila e mi sono incuriosita di sapere di cosa si trattasse. Ora lo so: é la costellazione di Orione.
Credo che prenderò più interesse all’astronomia. Avrei già dovuto farlo da tempo essendo una estimatrice di M. Hack.
Grazie
Ciao Paola. Le tre stelle della Cintura di Orione si vedono in prima sera solo d’inverno. In estate si vedono ad Est all’alba. Sicuro si riferisce a queste tre? 🙂