“Ogni sfumatura che sboccia nei fiori d’estate fiammeggia nelle stelle della notte”.
Joel Dorman Steele, in Fourteen Weeks in descritptive Astronomy, 1873.
Alla luce di questi colori, viene da chiedersi se sarebbe stata ancora un’Orsa quella riconosciuta in questi astri se le loro sfumature fossero state visibili ad occhio nudo! Quale altro personaggio avrebbero potuto personaficare questi colori associati a queste forme?
In effetti nel suo girovagare attorno al Nord sarebbe stato davvero difficile riconoscere in questo asterismo un altro animale, capace come un’orsa e con la stessa imponenza a venir fuori, anno dopo anno, dal lungo letargo sotto l’orizzonte, così da scandire, con la sua vita, il ciclo delle stagioni!
Il Grande Carro che ARA il cielo fin dall’inizio dei tempi, pare così impregnato di terra-celeste da averne assorbito il colore azzurro!
Nella tradizione araba rappresentava il Carretto Funebre di Nash, appena venuto fuori dall’Altare di Nash, l’Arco di stelle posto dall’altra parte del Manico, capitanato dalla stella che eredita il nome di Alkaid BenetNash, la prima delle ( tre ) figlie di Nash, appunto.
Assieme alle coppie di astri colorati posti più a Sud, disegnano quella che per i Greci era l’Orsa Maggiore, che essendo posta a Nord, potrebbe essere immaginata come una BIANCA Orsa polare!
Queste sfumature azzurre, gialline e ramate allora, così lontane dal biancore degli artici, avrebbero reso questo grande animale ancora più epico ed impareggiabile!
Chissà quale circostanza mitologica avrebbe portato il suo corpo quasi completamente azzurro a sporcarsi le zampe di giallo oro!
Forse questi colori sarebbero stati ciò che rimaneva della bellezza gentile e seducente di Callisto, da Diana tramutata in un’orsa a causa dei capricci di Zeus; e le sue zampe colorate avrebbero potuto rappresentare le tracce di quel miele per il quale, da allora, gli orsi, ne sarebbero divenuti ghiotti!
É proprio nella zampa centrale infatti che ritroviamo le sfumature arancioni più luminose della costellazione, quelle visibili in Tania Australis, che assieme a quelle azzurrine di Tania Borealis e quelle gialline di Al Haud, tingono il piccolo asterismo di sfumature colorate differenti e visibili già attraverso un semplice binocolo!
Allargando lo sguardo anche agli astri non visibili ad occhio nudo, la stella “più rossa” della costellazione diventa invece VY Ursa Major, qui aggiunta per le sue forti sfumature ramate e con le quali la famosa costellazione riesce a rappresentare quasi completamente le classi spettrali più note.
Ad un’Orsa così bella, solo una coppia di levrieri altrettanto colorati poteva dargli caccia! Secondo qualche commentatore erano tanuti al guinzaglio da Boote, il Pastore di buoi, e tutte le notti, da secoli e secoli, come suggerito dalla rotazione della volta celeste, rincorrono l’Orsa nella sua eterna fuga attorno al perno fissato nel cielo.
A guardarli bene, un bellissimo pendaglio è appeso al loro collare, rappresentato dalla ramatissima stellina che per le sue sfumature fu definita da Angelo Secchi La Superba.
Il Leone Minore e la Lince
Solo nella volta celeste un cucciolo di Leone poteva trovarsi tra le possenti zampe di una colorata Orsa Polare! Fu posto lì da Hevelius nel XVII perché feroce come gli altri animali presenti in questo spicchio di cielo: l’Orsa, i Cani da Caccia ed il vero Leone. Quest’ultimo, da quel giorno ottenne un compagno Minore proprio come quello che l’Orsa aveva ereditato dalla tradizione.
Fu sempre Hevelius a disegnare nel cielo la costellazione della Lince. Voleva infatti sfidare i cacciatori di stelle a riconoscere ad occhio nudo i fiochi astri che la rappresentano. Le sue delicatissime sfumature ora visibili TUTTE in una sola occhiata, la rivelano come una carovana di stelle racchiuse tra due astri di colore arancione!
Assieme a Cor Caroli e poche altre stelle, Tolomeo annoverava le luminose 40 e 38 Lyncis ( le due poste in alto) all’interno dei confini dell’Orsa Maggiore, anche se all’esterno del disegno della costellazione.
Esse non solo sembrano riprodurre le stesse sfumature ranciate e azzurre della zampa centrale dell’Orsa, ma a guardarle bene, seppure un po’ più distanti, sembrano imitarne abbastanza bene anche la forma che accomune tutte e tre le zampe!
É perciò davvero strano che la tradizione non le abbia immaginate come la quarta zampa dell’Orsa Maggiore! Se questi colori fossero stati visibili ad occhio nudo forse oggi avremmo avuto un’Orsa Maggiore con tutte e 4 le zampe, chissà!
Immagini scattate a stelle messe FUORI FUOCO
con uno smartphone all’oculare di un dobson da 18″
e a 285 ingrandimenti.
Qui la pagina dedicata alle Costellazioni a colori.
Cieli colorati!!