🚀 Ieri sera in compagnia di Ida de Rosa ho osservato in visuale l’asteroide 415029.
Eccolo immortalato in una serie di scatti che rivelano quanto fosse veloce il suo movimento tra le stelle visibili all’oculare, nell’arco di soli 4 minuti.
Circa 24h prima, questo sasso cosmico di 2,3Km di diametro aveva “sfiorato” la Terra ad oltre 6 milioni e mezzo di Km, rientrando così tra i dieci più grandi asteroidi transitati a meno di 20 distanze lunari dalla Terra.
📚✨️ Sono oltre 500 gli alunni che nell’ultimo anno scolastico hanno osservato il cielo stellato assieme a me direttamente dal cortile della loro scuola.Bambini e ragazzi della scuola dell’infazia, della primaria e della secondaria di alcuni Istituti Comprensivi di Roma, suddivisi in più di 20 serate osservative guidate.
Nell’arco di 6 mesi abbiamo osservato i pianeti e passeggiato tra le costellazioni visibili in base alla stagione. Abbiamo ammirato stelle doppie, stelle colorate ed ammassi stellari. Abbiamo raccontato dei crateri e delle pareidolie lunari, simulato il sistema Sole-Luna-Terra, osservato l’occultazione di Venere di giorno e letto alcune parole di Galileo Galilei cariche d’Infinito Stupore.
Tutto questo è stato possibile solo grazie al “Team UnSaltoNelCielo”, le docenti che mi hanno affiancato nella realizzazione e nell’organizzazione del progetto nei rispettivi Istituti Scolastici.
Ieri sera la Luna e Spica erano in congiunzione molto stretta. Eccole immortalate in un singolo scatto mentre sfioravano la cima della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma alle 18:25 UT, quando il Sole era circa 3° sopra l’orizzonte.
Ad occhio nudo la stella non era ancora visibile, ma lo era chiaramente nelle foto della Nikon, anche 15 / 20 minuti prima di questo scatto, quando il Sole illuminava ancora l’angelo che sembra guardare in direzione della congiunzione.
Il cielo era molto azzurro, ma per la versione finale ho preferito attenuare notevolmente la saturazione dell’immagine.
Roma 16 giugno 2024 Nikon coolpix p510 ISO400 1/400s
Lo scatto è stato condiviso sui social di Earthsky
Ecco alcuni scatti di ieri della Luna al primo giorno accanto al campanile della Basilica di Santa Maria Maggiore di Roma, il più alto della città (75m).
In molti ricorderete che in questa bellissima Basilica è presente la LUNA dipinta dal Cigoli – tra il 1610 e il 1612 – ai piedi dell’Immacolata Concezione, famosa per essere stata rappresentata con tanti crateri proprio come le descrizioni e i disegni che Galileo Galilei, amico dell’artista, aveva pubblicato nel Sidereus Nuncius nel 1610.
Oggi ho osservato per la prima volta Saturno in pieno giorno e questo è il risultato. Ci avevo provato già qualche volta nel passato, ma senza riuscirci.
Oltre al disco del pianeta era visibile pure il suo caratteristico anello, anche se con più difficoltà. In questo periodo l’anello appare quasi come una sottilissima linea che taglia il pianeta in due parti.
Anche in visuale se ne percepiva la presenza: sia sopra il disco, come una linea scura; sia adiacente al disco, da una parte e dall’altra, come sottili linee più chiare.
Puntarlo manualmente è “facile” perché “basta” inquadrare col telescopio quella zona di cielo che il pianeta attraverserà durante il giorno. La sera prima si posiziona il telescopio, si mette ben a fuoco, ed il giorno dopo a quella precisa ora del giorno si ritrovo Saturno. Per farlo mi avvalgo ovviamente di un software e delle coordinate altazimutali.
Saturno era vicino al meridiano ed il Sole circa 20° sopra l’orizzonte. L’immagine sembrava perdere spesso contrasto a causa forse dell’umidità dell’aria.
È da sempre che agli occhi “dell’astrofilo napoletano” le stelle più luminose della costellazione di Orione ricordano la caratteristica forma della Moka. E lo stesso si può dire della costellazione di Cassiopea, le cui due gobbe circumpolari sembrano imitare quelle caratteristiche dell’orizzonte di Neapolis: il Monte Somma ed il Vesuvio.
Come accaduto nei secoli passati, quando i popoli antichi, riconoscendo nella volta celeste forme e personaggi tratti dalla loro cultura hanno cominciato ad umanizzare il cieli, così in questi ultimi anni assieme ad un Gruppo di astrofili dell’UAN, l’Unione Astrofili Napoletani – associazione di cui faccio parte da oltre 10 anni – ci siamo messi letteralmente a disegnare tra le stelle della volta celeste i principali simboli della città di Napoli.
Scrutando la volta celeste spoglia di costellazioni, abbiamo rintracciato quegli asterismi che come Orione e Cassiopea, per forma o tradizione, si prestavano bene al nostro obiettivo, così da riempirla di tanti simboli della tradizione partenopea.
《L’idea mi frullava nella testa già da tempo, ma poi ho pensato di condividerla con tutti perché sarebbe stato più opportuno che un “cielo di costellazioni napoletane” venisse fuori da un gruppo di “Astrofili di Napoli” piuttosto che da una singola persona. Senza contare che le idee, l’arte e le competenze di molti avrebbero portato un risultato sicuramente migliore e che sarebbe stato anche molto più divertente costruirle ed immaginare insieme》
Ed infatti, grazie alla mano artistica di Ida de Rosa quelle forme immaginate dal Gruppo sono diventate, stella per stella veri e propri disegni; grazie alle competenze informatiche di Gino Civita questi disegni sono stati digitalizzati su Stellarium, uno tra i più popolari software astronomici al mondo. E grazie al team di Stellarium il frutto di questo lavoro è ora gratuitamente fruibile a tutti, in ogni parte del mondo.
Con la fantasia dei vari componenti del gruppo l’asterismo del Grande Carro è diventato il classico Mandolino, l’arco della Corona Boreale la maschera di Pulcinella e la Testa di Medusa, il volto ricciuto del caro Maradona.
E grazie alla loro passione è ora possibile conoscere qualcosa di Napoli attraverso le costellazioni; e allo stesso tempo imparare quelle costellazioni meno conosciute attraverso i simboli di Napoli.
Con questo semplice progetto ci siamo ritrovati ad imitare Annibale de Gasparis che con la scoperta del suo secondo asteroide ha realizzato una “Parthenope nel cielo”.
Noi l’abbiamo semplicemente disegnata tra le stelle, così da poterla visitare e omaggiare, assieme al resto del mondo, mentre guardiamo il cielo.
Qui altre info ed il link per scaricarle su stellarium: https://shorturl.at/i0gdp
Il 20 agosto 2024 Repubblica ha dedicato un articolo al progetto.
Osservazione visuale della supernova 2024iss nella galassia PGC1846725
Oltre 60 milioni di anni fa un’enorme stella esplose in una galassia della Chioma di Berenice divenendo decine di volte più luminosa dell’intera galassia che la ospita.
Solo in questi giorni la luce di quell’immensa esplosione è arrivata fino a noi ed è cosí intensa ( poco sotto la 13esima magnitudine) da poter essere vista anche con telescopi amatoriali.
Eccola immortalata in alcuni scatti singoli fatti il 26 maggio dalla periferia di Roma dopo averla osservata in visuale per alcuni minuti a 228x e 300x. Le immagini non sono state modificate ed in quello centrale è visibile il passaggio di un satellite.
OGGI i due “astri” più luminosi del cielo sono prospetticamente in congiunzione tra loro: li separa una distanza di 15 primi circa, cioé la metà di un disco lunare apparente.
Trovandosi però solamente a poco più di 3° di distanza dal disco solare, sono praticamente inosservabili… o quasi!
Eccoli infatti osservati e ripresi OGGI poco dopo le 11 UT da Roma! ( per vedere Giove bisogna guardare l’immagine in luoghi non troppo esposti alla luce).
Lo abbiamo chiesto ieri ad un gruppo di circa 30 alunni di 5 anni della scuola dell’infazia dell’IC Aristide Leonori di Roma.
Guardandola bene mentre si levava a Sud Est ci siamo accorti che non è affatto tutta BIANCA, o tutta GIALLA o tutta ARANCIONE come la disegnano solitamente i bambini, ma che la sua faccia è coperta da grandi zone GRIGIE ancora oggi chiamate Mari Lunari.Come succede con nuvole – con un po’ di fantasia – queste macchie lunari sembrano assomigliare a del fumo, ad una vera faccia che guarda o addirittura ad un intero coniglio.
《 Ma come ci è finito lì? 》
Secondo una antichissima favola tratta dal Pañchatantra, approfittando di questa pareidolia, un giorno un PICCOLO coniglio seppe affrontare il GRANDE re degli elefanti dicendo di essere proprio quel Coniglio visibile nella faccia della Luna. E con il suo coraggio riuscì a mettere in salvo le tane della sua colonia dalle grosse zampe degli elefanti. A termine della lettura, osservata la Luna al telescopio, hanno tutti ricevuto in dono il disegno del Coniglio nella Luna per allenarsi a riconoscerlo anche da casa. L’attività rientra nel Progetto UnSaltoNelCielo che l’IC propone a tutte le classi uscenti del primo e secondo grado di scuola.
Si ringraziano le docenti Maria Rosaria Vescio e Renata Moccia per l’organizzazione ed i genitori per aver accompagnato i loro piccoli.
Proiettando una luminosa Luna su fogli bianchi ci si può divertire a INGRANDIRLA e IMMORTALARLA dove è solitamente impossibile vederla, come in questo caso tra le costellazioni del Serpente e dell’Ofiuco.