Chissà se la luna di Kiev è bella come la luna di Roma chissà se è la stessa o soltanto sua sorella…
si chiedeva Gianni Rodari in una nota poesia.
《“Ma son sempre quella!” – la luna protesta – “non sono mica un berretto da notte sulla tua testa!
Viaggiando quassù faccio lume a tutti quanti, dall’India al Perù, dal Tevere al Mar Morto, e i miei raggi viaggiano senza passaporto”》.
👉 Non potevo trovare parole migliori per presentare questi scatti, perché – senza neppure volerlo – ne sembrano meravigliosamente la raffigurazione.
È per me un umilissimo modo per dare voce a quelle voci circondate o sepolte da cumuli di macerie, per onorare, con un quasi inutile pensiero, la vita di ognuno di loro – preziosa più della Luna – eppure sbriciolata senza alcuna dignità.
Ex centro direzionale Alitalia. #Roma, 15 novembre 2024. Desaturazione del 25%.
《La vita è un nome altisonante per una piccola vittoria sulla nostra morte. E vita è il tuo nome, che sorge come luna azzurra sul bianco dell’assenza: svegliati e risorgi, non moriremo qui e ora》
Mahmud Darwish
Dal testo “Vorrei che questa poesia non finisse mai”. Traduzione dall’arabo di Sana Darghmouni
Eclisse totale di Titano … in luce cinerea… o solo un errore di software⁉️
Ieri, 27 ottobre, ho osservato Titano, la luna piú grande di Saturno mentre veniva eclissato dall’ombra del suo pianeta. Ma è successo qualcosa di inaspettato.
Secondo Stellarium infatti il pianeta avrebbe impiegato circa 45 minuti per essere totalmente nascosto dall’ombra del pianeta e sarebbe riapparso dopo un’ora di fase totale. Ho seguito l’evento fin dall’inizio anche se il graduale calo di luminosità è diventato palese solamente nella parte finale. E quando ero oramai pronto a vedere sparire totalmente la debole luce del grande satellite nell’ombra del pianeta … ecco che non è accaduto.
Inaspettatamente infatti il satellite è rimasto praticamente visibile anche quando secondo stellarium era totalmente eclissato. Dalla magnitudine +8.5 aveva raggiunto la magnitudine di Giapeto ( +10.5) che era visibile non lontano da loro, diventando quindi circa 7 volte meno luminoso di quando era fuori dall’ombra … ma senza sparire mai totalmente.
Ho potuto seguire la luce di Titano in eclisse per circa 40 minuti, durante i quali la sua luminosità è rimasta pressoché costante. L’arrivo delle nuvole mi ha invece impedito di osservare la fine dell’eclissi.
Sono rimasto molto sorpreso di riuscire a vederlo nonostante fosse “totalmente” eclissato. Ho pensato di stare a guardare l’oggetto sbagliato, di aver sbagliato la data o che sbagliasse Stellarium. In passato avevo seguito qualche eclisse dei satelliti di Giove, ma non mi era mai capitato una cosa simile. Ma non c’erano dubbi: era lui ed era in eclissi, come dimostra il calo di luminosità. Soluzione?
Immaginando allora cosa accade durante le eclissi totali della nostra Luna, ho cominciato ad ipotizzare che anche Titano, quando eclissato, venga ad un certo punto illuminato dai raggi del Sole che attraversano l’atmosfera del suo pianeta ed ancora di più dalla forte luminosità degli anelli che lo circondano. Per cui quella luce sarebbe una sorta di luce cinerea di Titano, o un chiaror di Saturno o un chiaror di Anelli …WOW.
Cercando in rete non sono riuscito a trovare altre testimonianze, se non qualcosa dello scorso secolo e più. Anche perché tali eventi sono rari e si verificano solo quando il pianeta raggiunge l’equinozio così da vedersi di taglio proprio come in questo periodo.
Quasi a conferma della tesi ho trovato però alcune foto della sonda Cassini che sorvolando Saturno ha ripreso le zone in ombra del pianeta e dei suoi satelliti illuminate da quello che viene appunto definito #Ringshine e #Saturnshine.
Non so quanto questa ipotesi sia giusta, anche se propendo più per un errore di Stellarium. Intanto, in attesa delle prossime eclissi di novembre e dicembre chiunque abbia osservato o fotografato Saturno tra le 9:40 e 10:40 UT di ieri avrà sicuramente osservato e ripreso anche Titano, eclissato totalmente o parzialmente da Saturno oppure ancora illuminato dalla probabile luce dei suoi anelli.
Qualcuno ha notizie o esperienze in merito?
Singoli scatti con Huawei p30 pro al dobson 12″ x228 zoomx3. ISO5000 1/15s.
…
Anche il 12 novembre la luna più grande di Saturno è stata eclissata dall’ombra del pianeta con gli anelli. E se 16 giorni fa, pur calando in luminosità il satellite è rimasto praticamente visibile anche in visuale, questa sera è invece totalmente sparito alla vista, almeno apparentemente.
In questa serie di immagini scattate nell’arco di 60 minuti si nota come il satellite sia pian piano diventato sempre meno luminoso fino a sparire alla vista, solo che il cielo era fortemente velato, che non posso essere del tutto certo che sia stato completamente nascosto dall’ombra e non piuttosto che abbia semplicemente raggiunto una magnitudine tale da non essere più percepibile.
Nella parte finale del fenomeno infatti, una volta divenuto meno luminoso di Dione (magn. +10.6) pur di riuscire a immortalare la sua debole luce, ho portato gli ISO da 5000 a 102400. E nonostante ciò, ad un certo punto Dione è diventato l’unico satellite visibile.
Manca però all’appello anche Encelado che pur essendo presente tra Dione e Saturno non appare in nessuno degli scatti che ho provato a fare. E pur brillando di una luminosa minore, era sicuramente ancora alla portata degli strumenti che ho utilizzato; per cui non so se – come Encelado – le nuvole abbiamo coperto anche l’eventuale debole luce di un Titano poeticamente illuminato dal Ringshine.
Alla luce di tutto questo, posso affermare che quella di due settimane fa era un’eclissi parziale – anche se #Stellarium la considerava totale – e non tanto un effetto di Ringshine; che stasera il satellite è rimasto visibile per qualche decina di minuti oltre l’inizio dell’eclissi totale prevista da #Stellarium; e che il calo di luminosità di questa sera è decisamente più drastico di quello del 27 ottobre, per cui è molto più probabile che il satellite sia effettivamente sparito totalmente alla vista.
Ma soprattutto posso affermare di aver osservato un’eclissi parziale ed una totale di Titano 💚🪐Sperando allora in un cielo più limpido ci aggiorneremo tra 16 giorni, quando ciò Saturni lo eclisserà di nuovo così da chiarire questi ultimi dubbi.
Che colore è quella stella? Scoprilo con Kaleidocosmo, il mosaico dei colori di tutti le stelle della volta celeste – fino alla magnitudine +5 – visibili dalle latitudini italiane.
Ecco finalmente indicati 100 tra i più luminosi e popolari astri della volta celeste visibili in Kaleidocosmo, il mosaico di tutte le stelle fino alla magnitudine +5 osservabili dalle latitudini italiane.
La legenda consiste in 7 mosaici in cui sono evidenziate rispettivamente le stelle azzurre, le biancastre, le gialline, le gialle, le arancioni, le intensamente arancioni e le doppie.
Quando possibile, sono tutte indicate secondo i nomi dell’IAU “International Astronomical Union”, l’ente internazionale che li riconosce e ufficializza a livello mondiale.
☄️La volta celeste è piena di …CODE, soprattutto in questo mese, grazie alla presenza della cometa #TsuchinshanATLAS e di quella recentemente scoperta e che proprio a fine ottobre dovrebbe diventare luminosa ( vedi spacewarther.com ).
Ecco allora il mio “cielo del mese” pubblicato su Edu INAF, il Magazine di didattica e di divulgazione dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, presentato come una passeggiata tra tutti quegli asterismi e tutte quelle stelle della volta celeste che nei loro miti e nei loro nomi ci parlano di 《Code Celesti》.
I GHIRIGORI dell’Aquila, del Delfino e della Lucertola
Ecco i 26 angoli più colorati di queste 3 costellazioni: sono stelle singole e coppie binarie o prospettiche, tutte fotografate facendole danzare nel campo dell’oculare per meglio riprendere le loro intense sfumature. Basta infatti dare un debole colpo al telescopio per trasformare la “stella puntiforme” visibile all’oculare in una “stella filante colorata” …con cui scarabocchiare la tela celeste.
Una tecnica usata solitamente nell’osservazione visuale, ma dal bel risultato anche fotografico e di cui il poeta Filippo Zamboni ne fece un vero e proprio manifesto poetico:«Le stelle aprendo ali di colori, […] fanno un mulinello variopinto, un gioco sorprendente,[…]spirali che anelano di ritornare stelle».
Sono tutti scatti singoli presentati in un unico coloratissimo mosaico, – il terzo dopo quello inaugurato su COELUM Astronomia e dopo quello scelto come APOD il 12 agosto 2023 – in cui, in base alla forma degli astri, si può dedurre se essi nell’oculare siano soli, in coppia o multipli. Con Filippo Zamboni la loro sistematica ripresa si riveste di poesia, diventa un motivo per parlare di letteratura, un seducente invito alla spettroscopia ed un originale modo per contemplare il cielo nelle infinite sfumature delle stelle che lo abitano.
Come sapete il nome che ho scelto per definire queste “stelle danzanti” è quello di “Ghirigori” perché oltre ad essere la prima cosa che ricordano, il termine sa bene suggerire la leggerezza della loro contemplazione e l’aspetto ludico della loro ripresa.Fanno tutti parte dell’Albero delle Stelle, la selezione degli astri più colorati del cielo visibili con un telescopio da 30cm di diametro che ho fatto circa 10 anni fa, gran parte della quale fu pubblicata su NuovoOrione e Cosmo in 8 articoli stagionali tra il 2017 e il 2019.
👉 Ulteriori info sul progetto: https://bit.ly/3Sdp7is
👉 Qui l’articolo su #COELUM: https://shorturl.at/0BhIf
👉 Qui 95 GHIRIGORI come 95 candeline per il compleanno del Planetario di Roma:https://shorturl.at/VFrCi
Dobson 18″ Skywatcher – Huawei p30 pro – Differenti parametri ed ingrandimenti.
Se fino a pochi giorni fa sapevo solamente che NON fosse una Perseide, ORA grazie ai massimi esperti del settore sono a conoscenza di tantissime informazioni su quella luminosa meteora che con un po’ di fortuna ero riuscito ad immortalare in uno dei miei scatti al Parco Nazionale del Pollino!
Se da una parte Karl Antier dell’International Meteor Organization ( IMO ) ha verificato che fosse una meteora sporadica perché non appartenente a nessuno degli scami meteorici conosciuti, è grazie ad Albino Carbognani del progetto PRISMA dell’INAF – la Prima Rete Italiana per la Sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera – che ho saputo praticamente tutto!
Come personalmente comunicatomi da lui, il bolide era stato ripreso dalle camere Prisma di Castellana Grotte e Lecce, e dalla loro triangolazione risultava un fireball di magnitudine assoluta -9, con velocità in atmosfera di circa 17 km/s e che si era completamente estinto a circa 57 km d’altezza.
Proiettando al suolo la traiettoria si vedeva inoltre che era stata percorsa da Sud-ovest verso Nord-est e che si era svolta nel mare Adriatico prospiciente a Brindisi. L’orbita seguita era di tipo Apollo, con perielio fra Terra e Venere e afelio fra Marte e Giove.
Tutti dati presenti nel database pubblico di Fripon con cui Prisma collabora e che sono visionabili a questo LINK.
Sul sito ufficiale PRISMA.INAF.it tutti possono riportare le proprie segnalazioni. E riguardo al bolide da me ripreso ce ne sono addirittura 13: tra esse anche un video ed ora anche la mia foto.
Il mio scatto NON ha apportato nulla alla ricostruzione di tutti questi dati perché fortunatamente le camere Prisma coprono completamente il territorio italiano, tuttavia mostra in parte la bellezza del fenomeno a cui neppure io ho assistito perché voltato dall’altra parte.
Dopo circa 17 ore dalla bellissima occultazione di Saturno, lungo la sua traversata dello zodiaco la Luna ha occultato anche il lontanissimo Nettuno.
La visione del fenomeno sarebbe stata decisamente meno soddisfacente, ma per la difficoltà della visione si rivelava una bella sfida osservativa.
Il disco di Nettuno infatti con un diametro apparente di soli 2.34″ era circa 60 volte più piccolo di quello del Saturno di ieri, e tra i due inoltre c’è una differenza di circa 7 magnitudini!La visione era sfavorita pure dal fatto di verificarsi quando i due erano ancora bassi all’orizzonte, da una luminosissima Luna gibbosa e da un cielo non cosí terso. Per aumentare il contrastro allora ho seguito il pianeta a 404x e per essere sicuro di trovarlo ho cominciato a farlo 30 minuti prima dell’ora del contatto col bordo lunare illuminato dal Sole.
Appariva come una macchiolina vibrante, come una debole stella luccicante sempre meno contrastata, ed è sparito alla vista pochi secondi prima dell’occultazione stessa.
La sorpresa è stata invece quando è riapparso dall’altra parte, perché lì la luminosità della Luna era decisamente meno accecante e dato che l’occultazione da Napoli era quasi radente, appariva sorgere quasi sopra i crateri non lontani dal polo nord lunare. La visione era così piú realistica e il disco del pianeta era facilmente percepibile anche se piccolo e pallido.
Gli scatti e le riprese che ho provato a fare risentono di tutte queste difficoltà e soprattutto di riuscire a tenere nel campo dell’oculare a 404x e con lo zoom un oggetto così debole ed in movimento.
Alla luce di tutto, la prossima volta tenterei le osservazioni solamente quando il pianeta è vicino al lato in ombra della Luna.