Dopo le bellissime immagini della COMETA 12P/Pons-Brooks pubblicate recentemente da molti astrofotografi, ho voluto testare quanto fosse apprezzabile in visuale dei ricchi dettagli visibili in foto.
Per farlo, approfittando del cielo limpido di ieri, anche se con un po’ di umidità, mi sono recato nel pressi del Castello dell’Abbadia di Vulci, a oltre 100km da Roma, non lontano da quella zona tra il Lazio e la Toscana che conserva uno dei cieli più bui d’Italia.
In attesa della notte – e giusto per dare un ulteriore senso ai tanti km percorsi – ho fatto una veloce visita al museo archeologico ospitato nel castello ed ammirato il suggestivo paesaggio circostante attraversando l’incredibile ponte che collega le due sponde del fiume Fiora, scoprendo che porta lo stesso nomignolo della cometa 12P: “del diavolo”.
Lasciato il castello e le luci che lo illuminano, partendo dalla stella Alpheraz – tramite star hopping – ho inquadrato la zona celeste in cui doveva trovarsi la cometa, riuscendo a percepire in visione distolta la luce diffusa della sua chioma quando il Sole era ancora a pochi gradi sotto l’orizzonte e le stelle di Orione erano da poco visibili a Sud.
Con l’arrivo della notte astronomica il nucleo della cometa – a 76x ed attraverso un dobson da 30cm – appariva molto luminoso, anche se non visibile ad occhio nudo. Al telescopio era circondato da una fitta chioma con cui ricordava l’aspetto circolare di un luminoso e largo ammasso globulare, senza alcun cenno di coda o di colore, neppure in visione distolta. Una visione non molto diversa da questi scatti al cellulare.
Soddisfatto di quanto osservato e del posto testato, non vedo l’ora di poterci ritornare nelle prossime settimane anche con un binocolo quando, piú vicina ed più luminosa, mostrerà probabilmente anche la sua coda.