ORGANIZZA UNA SERATA OSSERVATIVA!!!

Ecco un’idea davvero originale: ORGANIZZA UNA BELLA SERATA OSSERVATIVA!

Lo spettacolo della volta celeste che ogni notte si apre sopra le nostre teste, non passa indifferente agli occhi di nessuno: Luna e pianeti, ammassi stellari e nebulose, lontani milioni e miliardi di chilometri da noi, danzano lassù in alto su un palcoscenico immenso.

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Marte in Opposizione

Marte in Opposizione

🌕 La prima #Luna Piena dell’anno era sorta insieme a #Marte; ma è solo poco prima di tramontare che si sono quasi sfiorati: se in alcune parti del mondo hanno potuto assistere all’occultazione, anche una congiunzione così stretta è carica di fascino.

Eccoli come apparivano al telescopio nelle ultime ore della notte; ed eccoli – oramai più lontani – tra i colori della Cintura di Venere e dell’ombra della Terra.

Al telescopio anche ad alti ingrandimenti erano visibili entrambi contemporaneamente nel campo dell’oculare: una porzione di Luna ed il disco arancione del pianeta, con la sua calotta polare ed i colori diversi della sua superficie.

🙃 Il loro incontro rivela inoltre un fatto importante: un pianeta è cosí vicino alla Luna Piena o sorge e tramonta nella Cintura di Venere solo quando è vicinissimo alla sua #opposizione. E all’alba di quella notte c’erano entrambe le situazioni.

Osservarli e riprenderli in quel momento allora è uno dei modi piú belli per osservare e dire con un solo scatto: “Marte è nuovamente in opposizione”.

Se con i Giganti gassosi accade ogni anno, tra i pianeti rocciosi solo Marte può sorgere e tramontare assieme alla Luna e solo una volta ogni due anni

🔴 Ecco invece Marte ripreso circa una settimana fa mentre attraversava il campo dell’oculare del dobson da 18″ a 404 ingrandimenti, una sera con seeing particolarmente favorevole. Numerosi i dettagli percepibili in visuale, a partire dalla calotta polare nord e dalle nubi di colore bianco visibili sui bordi, il Mare Acidialum ed il Mare Erythraeum di colore marroncino e l’Arcadia di colore arancione.

La visione è stata ovviamente favorita dalla minima distanza – da due anni a questa parte – di questi giorni e che lo porterà a circa 96milioni di km dalla Terra il 16 gennaio prossimo, giorno dell’opposizione.

Osservazione diurna della cometa C/2024 G3

☄️ Ecco come appare la cometa C/2024G3 attraverso un telescopio in pieno giorno, oggi 14 gennaio 2025 dopo il perielio di ieri.

L’ho osservata per circa 90 minuti e ripresa poco prima mezzogiorno da Roma con un dobson da 12″ a 76 ingrandimenti.

È la mia prima visione di una cometa in pieno giorno. Prima dell’alba ho puntato il telescopio sul punto esatto dove sarebbe transitata la cometa alle 10:30 e grazie al cielo sereno e all’ombra del palazzo vicino, a quell’ora me la sono ritrovata direttamente nell’oculare come speravo.

In visuale era chiaramente visibile il finto nucleo, leggermente ovale, luminoso, ma decisamente meno brillante di Venere.Era chiaramente visibile anche la prima parte della coda, corta e densa nella zona vicina al nucleo e poi subito più evanescente. Questo spezzone sembrava inoltre leggermente spostato rispetto all’asse dell’intera coda, ma non ne sono sicuro. Muovendo il telescopio si percepiva la parte della coda più evanescente, dalla lunghezza di circa 20′.

Ho provato alcune volte a cercarla col binocolo 20×80 e con lo zoom della Nikon, ma nulla era visibile, anche se non escludo che con maggiore pazienza si poteva ottenere qualcosa.

OGGI pomeriggio l’ho osservata al binocolo 20×80 subito dopo il tramonto. Ed era abbastanza simile a quanto detto sopra, anche se la parte luminosa sembrava più accentuata mentre il resto della coda meno evidente.

I COLORI dei PIANETI

Ad esclusione di Urano e Nettuno, gli altri 5 pianeti rientrano tra quelle poche decine di “stelle” che mostrano chiaramente le loro rispettive sfumature già ad occhio nudo.

Ma dopo aver fotografato le 25 stelle più luminose del cielo e decine e decine di astri telescopici sotto forma di Ghirigori al fine di apprezzare e confrontare meglio le loro sfumature, non potevo che usare questa tecnica anche con i pianeti, soprattutto in questi giorni che si trovano tutti lontani dal Sole e quindi in posizione favorevole per essere osservati e ripresi anche nell’arco di una sola notte.

Attraverso un telescopio dal grande diametro e ad alti ingrandimenti le tonalità dei loro colori appaiono decisamente più intense rispetto alla semplice vista.

E scuotendoli nel campo dell’oculare, le differenti sfumature dei vari dettagli visibili sulla loro superficie – come le bande e le tempeste di Giove, o la calotta polare e i chiaroscuri marziani – si mescolano e fondono meglio tra loro e restituiscono una sfumatura quanto più vicina alla combinazione delle diverse parti, che neppure una semplice “immagine a fuoco” riuscirebbe ovviamente a dare.

🎨 Mettendoli insieme in un unico mosaico si possono meglio confrontare tra loro, così da notare le differenze – difficilmente riscontrabili – tra le sfumature di Venere e Giove e tra quelle di Saturno e Mercurio, e apprezzare invece l’inaspettata somiglianza tra quelle di Urano e Nettuno, proprio come ha recentemente dimostrato uno studio della Oxford University: https://shorturl.at/07lAR

Come accade per le stelle, i loro colori ci dicono qualcosa di oggettivo sui singoli pianeti: sia sulla composizione delle atmosfere dei giganti gassosi, e sia sul suolo di Marte e sull’atmosfera di Venere. Per cui seguirà nel prossimo futuro una descrizione poco più dettagliata su questo tema.

👉 N.B. Per l’occasione la luna che fa da C nel logo del #PictoreCaeli ha una tonalità nuova di blu: l’ho infatti “presa in prestito” dalla famosa immagine #PaleblueDot della #NASA scattata dalla sonda Voyager 1 nel 1990 ed in cui la nostra piccola Terra ripresa a circa 6 miliardi di km di distanza, mostra la sua pallida e singolare sfumatura blu: https://shorturl.at/iekAl

In questo modo in questo mosaico c’è anche il colore della Terra, così come appare dallo spazio.

📷 dobson Sky-Watcher 18″ – 285x and Huawei p30 pro. Parametri differenti.
Napoli, 30 – 31 dicembre 2024.

A caccia dei papaveri del cielo: le carbon star più rosse della volta celeste

Dal confronto visuale fatto in queste notti tra le sei variabili al carbonio più scarlatte della volta celeste, la STELLA più ROSSA del CIELO – in questo periodo – è:

● V Hydrae, se osserviamo con un binocolo;
● S Cephei, se osserviamo con un telescopio di medie dimensioni;
● U Cygni, se osserviamo con telescopi di grande diametro.

In questo periodo V Hya è così luminosa che le sue sfumature sono facilmente percepibili anche attraverso un binocolo; al contrario R Leporis e V Cygni sono così deboli che anche attraverso un diametro da 18″ le tonalità intensamente rosse che mostrano, restano in visuale decisamente poco apprezzabili.

S Cep è poco meno luminosa di V Hya, ma la supera nell’intensità del colore: chi ha un bel telescopio può ammirare questo tizzone ardente del cielo a qualunque ora della notte perché circumpolare dalle nostre latitudini. Possiamo perciò confrontarla con tutte le altre stelle tutte le notti dell’anno.

Infine, sul punto più alto del podio c’è U Cygni che lascia davvero senza fiato: chi ha un telescopio dal grande diamentro può in questo periodo, osservarla ad Ovest dopo il tramonto e scoprire quanto una stella può essere intensamente rossa.

Al loro confronto il caro “Pianeta Rosso” mostra solo un pallido arancione.

📷 Dobson 18″ – x285 e Huawei p30 pro. Parametri vari.

Simile ad un volto – tre articoli su SPAZIOmagazine dedicati alle pareidolie lunari

Se prendessi una matita e cominciassi a disegnare sulla faccia della #Luna, quanti risultati differenti potrei ottenere?

Innumerevoli, come dimostra l’infinita serie di interpretazioni e di tradizioni che ruotano attorno a quelle #macchie che riempiono la sua superficie.

È quello che ho provato a sintetizzare in un articolo a tre puntate intitolato “Simile ad un volto” pubblicato su #SpazioMagazine, la rivista di astronautica ed astronomia dell’ ADAA.

Partendo dalle varie interpretazioni dei maggiori filosofi dell’antichità, passo all’ambito popolare dove l’aspetto maculato della Luna assume la fisionomia di Volto e le sembianze di un Uomo dai nomi più strampalati, come #Marcolfo, #Caino, #Bertoldo, Stracciacappa, Pier Borsa, #Bazìn, #Silvàn…

Cara Luna […] i nostri fanciulli dicono che tu veramente hai bocca, naso e occhi come ognuno di loro

,dice Leopardi nel Dialogo della Terra e della Luna. Ma già 2000 anni prima Egesianatte parlava di quel Volto riconoscibile nella Luna in un suo esametro:

Tutta intorno splende di fuoco, in mezzo/più blu dello smalto appare come di fanciulla/un occhio e una leggiadra fronte: davanti sembra simile a un volto

Quell’imperfezione sembrava scardinare la teoria della perfezione del cosmo:

mio caro Aristotele, se fatta di terra la Luna si dimostra un oggetto bellissimo nobile ed elegante, mentre temo che in veste di astro o di luce o corpo divino e celeste essa risulti brutta e deforme e macchi il suo così bel nome

… ed in ambito cristiano si traduce in un effetto creatosi al momento della caduta dei progenitori: un aspetto che contribuì ad identificare quell’Uomo esiliato ed immortalato sulla Luna in un rozzo ladro, che pur vestendo i panni di universale monito morale, finiva per diventare un semplice spauracchio per bambini:

Vedo la Luna vedo le stelle vedo Caino che fa le frittelle

o un modo per identificare gli scocchi creduloni troppo p

ieni di sè, come dimostrano numerose espressioni proverbiali ancora oggi diffuse:

“Me pare Marcoffo int’a Luna” o
“Pare Bertoleche ‘m mèzz’ a la luna” o
“Te camini come Salvanèlo su la Luna”
“C’est comme Bazìn ès l’baite”.

Sono solo alcune delle tracce giunte fino a noi delle innumerevoli tradizioni legate all’Uomo nella Luna o alle altre pareidolie lunari, come ad esempio il “Caino e le Spine” citato nelle opere di Dante o il “Caino ed Abele” immortalati nella Luna dell’abside della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma ed in alcune rarissime edizioni illustrate della Divina Commedia del XIII e XIV secolo.

I mascheroni visibili su alcuni portoni della cittadina di Pomponesco in provincia di Mantova sono l’ultimissima traccia della leggenda dell’ UOMOnellaLUNA lì popolarmente chiamato: il Silvàn nella Luna.

È quanto aveva scoperto Roberto Roda ricercatore del Centro di Documentazione Storica al Centro etnografico ferrarese nel lontano 1998. Negli ultimi mesi ho avuto più volte l’onore di parlare con lo scopritore di quella leggenda “dimenticata sulla porta” così da sapere – ad oltre 25 anni dalla scoperta – le nuove possibili piste capaci di spiegare il “misteroso” motivo che portò ad immortalare il Silvàn sulla Luna sui portoni di Pomponesco.

Il risultato di quel piacevole scambio di parole è diventato – a mo’ di intervista – il terzo ed ultimo articolo dedicato alle pareidolie visibili nella faccia della Luca pubblicato sulla rivista #SPAZIOmagazine dell’ ADAA.

Ringrazio Marcella Giulia Pace, Darya Kawa daryavaseum e la Biblioteca civica Attilio Hortis per le loro splendide immagini che arricchiscono ulteriormente gli articoli.

Dopo la pioggia – un messaggio di pace

Ancora una volta i versi di Gianni Rodari sembrano descrivere al meglio il pensiero di pace che ho provato a racchiudere in questo scatto ripreso oggi pomeriggio …

– Dopo la pioggia –

Dopo la pioggia viene il sereno brilla in cielo l’arcobaleno. È come un ponte imbandierato e il sole ci passa festeggiato. È bello guardare a naso in sule sue bandiere rosse e blu. Però lo si vede, questo è male soltanto dopo il temporale. Non sarebbe più convenienteil temporale non farlo per niente? Un arcobaleno senza tempesta, questa sì che sarebbe una festa. Sarebbe una festa per tutta la terra fare la pace prima della guerra

Singolo scatto con Nikon coolpix p510

La Luna di Kiev – un messaggio di pace

Chissà se la luna di Kiev
è bella come la luna di Roma
chissà se è la stessa
o soltanto sua sorella…

si chiedeva Gianni Rodari in una nota poesia.

《“Ma son sempre quella!”
– la luna protesta –
“non sono mica un berretto
da notte sulla tua testa!

Viaggiando quassù
faccio lume a tutti quanti,
dall’India al Perù,
dal Tevere al Mar Morto,
e i miei raggi viaggiano
senza passaporto”》.

👉 Non potevo trovare parole migliori per presentare questi scatti, perché – senza neppure volerlo – ne sembrano meravigliosamente la raffigurazione.

È per me un umilissimo modo per dare voce a quelle voci circondate o sepolte da cumuli di macerie, per onorare, con un quasi inutile pensiero, la vita di ognuno di loro – preziosa più della Luna – eppure sbriciolata senza alcuna dignità.

Ex centro direzionale Alitalia. #Roma,
15 novembre 2024. Desaturazione del 25%.

《La vita è un nome altisonante
per una piccola vittoria sulla nostra morte. E vita è il tuo nome, che sorge
come luna azzurra sul bianco dell’assenza: svegliati e risorgi, non moriremo qui e ora》

Mahmud Darwish

Dal testo “Vorrei che questa poesia non finisse mai”. Traduzione dall’arabo di Sana Darghmouni

Eclissi di Titano, parziale e totale

Eclisse totale di Titano … in luce cinerea… o solo un errore di software⁉️

Ieri, 27 ottobre, ho osservato Titano, la luna piú grande di Saturno mentre veniva eclissato dall’ombra del suo pianeta. Ma è successo qualcosa di inaspettato.

Secondo Stellarium infatti il pianeta avrebbe impiegato circa 45 minuti per essere totalmente nascosto dall’ombra del pianeta e sarebbe riapparso dopo un’ora di fase totale. Ho seguito l’evento fin dall’inizio anche se il graduale calo di luminosità è diventato palese solamente nella parte finale. E quando ero oramai pronto a vedere sparire totalmente la debole luce del grande satellite nell’ombra del pianeta … ecco che non è accaduto.

Inaspettatamente infatti il satellite è rimasto praticamente visibile anche quando secondo stellarium era totalmente eclissato. Dalla magnitudine +8.5 aveva raggiunto la magnitudine di Giapeto ( +10.5) che era visibile non lontano da loro, diventando quindi circa 7 volte meno luminoso di quando era fuori dall’ombra … ma senza sparire mai totalmente.

Ho potuto seguire la luce di Titano in eclisse per circa 40 minuti, durante i quali la sua luminosità è rimasta pressoché costante. L’arrivo delle nuvole mi ha invece impedito di osservare la fine dell’eclissi.

Sono rimasto molto sorpreso di riuscire a vederlo nonostante fosse “totalmente” eclissato. Ho pensato di stare a guardare l’oggetto sbagliato, di aver sbagliato la data o che sbagliasse Stellarium. In passato avevo seguito qualche eclisse dei satelliti di Giove, ma non mi era mai capitato una cosa simile. Ma non c’erano dubbi: era lui ed era in eclissi, come dimostra il calo di luminosità. Soluzione?

Immaginando allora cosa accade durante le eclissi totali della nostra Luna, ho cominciato ad ipotizzare che anche Titano, quando eclissato, venga ad un certo punto illuminato dai raggi del Sole che attraversano l’atmosfera del suo pianeta ed ancora di più dalla forte luminosità degli anelli che lo circondano. Per cui quella luce sarebbe una sorta di luce cinerea di Titano, o un chiaror di Saturno o un chiaror di Anelli …WOW.

Cercando in rete non sono riuscito a trovare altre testimonianze, se non qualcosa dello scorso secolo e più. Anche perché tali eventi sono rari e si verificano solo quando il pianeta raggiunge l’equinozio così da vedersi di taglio proprio come in questo periodo.

Quasi a conferma della tesi ho trovato però alcune foto della sonda Cassini che sorvolando Saturno ha ripreso le zone in ombra del pianeta e dei suoi satelliti illuminate da quello che viene appunto definito #Ringshine e #Saturnshine.

Non so quanto questa ipotesi sia giusta, anche se propendo più per un errore di Stellarium. Intanto, in attesa delle prossime eclissi di novembre e dicembre chiunque abbia osservato o fotografato Saturno tra le 9:40 e 10:40 UT di ieri avrà sicuramente osservato e ripreso anche Titano, eclissato totalmente o parzialmente da Saturno oppure ancora illuminato dalla probabile luce dei suoi anelli.

Qualcuno ha notizie o esperienze in merito?

Singoli scatti con Huawei p30 pro al dobson 12″ x228 zoomx3. ISO5000 1/15s.

Anche il 12 novembre la luna più grande di Saturno è stata eclissata dall’ombra del pianeta con gli anelli. E se 16 giorni fa, pur calando in luminosità il satellite è rimasto praticamente visibile anche in visuale, questa sera è invece totalmente sparito alla vista, almeno apparentemente.

In questa serie di immagini scattate nell’arco di 60 minuti si nota come il satellite sia pian piano diventato sempre meno luminoso fino a sparire alla vista, solo che il cielo era fortemente velato, che non posso essere del tutto certo che sia stato completamente nascosto dall’ombra e non piuttosto che abbia semplicemente raggiunto una magnitudine tale da non essere più percepibile.

Nella parte finale del fenomeno infatti, una volta divenuto meno luminoso di Dione (magn. +10.6) pur di riuscire a immortalare la sua debole luce, ho portato gli ISO da 5000 a 102400. E nonostante ciò, ad un certo punto Dione è diventato l’unico satellite visibile.

12 novembre

Manca però all’appello anche Encelado che pur essendo presente tra Dione e Saturno non appare in nessuno degli scatti che ho provato a fare. E pur brillando di una luminosa minore, era sicuramente ancora alla portata degli strumenti che ho utilizzato; per cui non so se – come Encelado – le nuvole abbiamo coperto anche l’eventuale debole luce di un Titano poeticamente illuminato dal Ringshine.

Alla luce di tutto questo, posso affermare che quella di due settimane fa era un’eclissi parziale – anche se #Stellarium la considerava totale – e non tanto un effetto di Ringshine; che stasera il satellite è rimasto visibile per qualche decina di minuti oltre l’inizio dell’eclissi totale prevista da #Stellarium; e che il calo di luminosità di questa sera è decisamente più drastico di quello del 27 ottobre, per cui è molto più probabile che il satellite sia effettivamente sparito totalmente alla vista.

Ma soprattutto posso affermare di aver osservato un’eclissi parziale ed una totale di Titano 💚🪐Sperando allora in un cielo più limpido ci aggiorneremo tra 16 giorni, quando ciò Saturni lo eclisserà di nuovo così da chiarire questi ultimi dubbi.

Dobson 12″ 300x Huawei p30 pro

100 star colours of Kaleidocosmo

Che colore è quella stella? Scoprilo con Kaleidocosmo, il mosaico dei colori di tutti le stelle della volta celeste – fino alla magnitudine +5 – visibili dalle latitudini italiane.

Ecco finalmente indicati 100 tra i più luminosi e popolari astri della volta celeste visibili in Kaleidocosmo, il mosaico di tutte le stelle fino alla magnitudine +5 osservabili dalle latitudini italiane.

La legenda consiste in 7 mosaici in cui sono evidenziate rispettivamente le stelle azzurre, le biancastre, le gialline, le gialle, le arancioni, le intensamente arancioni e le doppie.

Quando possibile, sono tutte indicate secondo i nomi dell’IAU “International Astronomical Union”, l’ente internazionale che li riconosce e ufficializza a livello mondiale.

Ecco di seguito i singoli tasselli:

DOUBLE or MULTIPLE stars

BLUE stars

WHITISH stars

YELLOW stars

DEEP YELLOW stars

ORANGE stars

DEEP ORANGE stars