La questione della distribuzione dei colori nella volta celeste ha finora ricevuto una scarsa attenzione da parte degli astronomi nonostante l’interessante natura della ricerca possa fornire importanti prove riguardo alla costituzione e alla struttura dell’universo stellare.
W. S. Franks – Introduction to a Catalogue of the colours of 1730 stars – 1886
Alla luce di queste variopinte sfumature, il Mostro Marino che si nasconde nelle profondità dei cieli appare finemente decorato proprio come gli innumerevoli abitanti delle barriere coralline.
Un’elegante bellezza che stona fortemente con la fama che lo riveste: venuto fuori dal mare per distruggere il regno di Cassiopea e Cefeo, sovrani d’Etiopia, sarebbe ora intento a divorare la principessa Andromeda, per riscattare col suo sacrificio, il destino dell’intero regno!
Tutta questa bellezza appare invece calzare alla perfezione in quella tradizione araba che leggeva nelle cinque stelle che disegnano la Testa del Mostro, le Cinque dita della mano sinistra di Thuraya, la personificazione delle Pleiadi! Una mano che come ancora oggi ricorda il nome arabo dell’azzurra Kaffaljidhma, sarebbe “monca”, senza braccio: mentre infatti la costellazione del Perseo sembra disegnarle nel cielo un lungo braccio destro fino alla mano rappresentata da Cassiopea, a sinistra non ci sono altre stelle se non quelle del pentagono della Balena!
Due mani che con le immagini delle costellazioni a colori, appaiono ora colorate e decorate, proprio come l’henné che secondo quella tradizione, tatuava la mano destra di Thuraya!
Le sfumature cromatiche degli astri di questa costellazione sono una sintesi quasi completa delle classi spettrali più note!
Esse sembrano stranamente ordinate in due zone ben distinte in base al colore: quelle poste ad Est, se non fosse per la giallissima e luminosa Menkar, sarebbero tutte azzurre;
mentre quelle poste a Ovest, se non fosse per l’azzurra 2 Ceti non lontana dalla luminosissima Diphda, sarebbero tutte giallastre e ranciate!
In due casi particolari le sfumature azzurre e giallastre arrivano quasi a sfiorarsi: Menkar è infatti accompagnata da 33 Ceti una stellina di colore azzurro con un cui crea uno tra i più intensi contrastri cromatici del cielo stellato, visibile tra l’altro già attraverso un semplice binocolo; e la giallina zeta Ceti è molto vicina alla meno luminosa chi Ceti, anch’essa dalle sfumature azzurrine!
Il vero gioiello della costellazione però, è sicuramente Mira, la Stella Meravigliosa nel Collo della Balena! Famossima non solo perché con la sua variabilità è letteralmente capace di apparire e scomparire nel cielo, ma ancora di più perché durante questo ciclo di 332 giorni, oltre alla luminosità, anche le sue sfumature CAMBIANO meravigliosamente!!!
L’immagine visibile sopra allora NON è da considerarsi come una stretta coppia di astri diversi, ma come una sovrapposizione di due differenti scatti di Mira ripresi a distanza di poco più di un mese l’uno dall’altro:
in sole 4 settimane la stella, crescendo velocemente in luminosità tanto da diventare facilmente visibile ad occhio nudo, sembra letteralmente MUTATA nel colore, diventando decisamente più gialla rispetto a prima!
Un fatto affascinante ed interessantissimo che in effetti accade anche nelle più deboli e rossissime variabili al carbonio; Mira però è l’UNICA così luminosa tra le stelle della volta celeste visibili ad occhio nudo, a mostrare un salto cromatico così palesemente visibile e facilmente percepibile!
Fu Joannes Hevelius nel XVII ad accorgersi per primo di questo fenomeno! Un piccolo dettaglio che nella sua Historiola Mirae Stellae in cui diede un nome ed una storia a questa stella, aveva più volte sottolineato:
“In queste mutazioni e vicissitudini della stella, abbiamo potuto notare questo: quando diventa di corpo maggiore, essa risplende di luce sempre più intensa e chiara; al contrario, quando esiste di mole minore, appare di luce più spuntata e di colore più triste”.
Joannes Hevelius, Historiola Mirae Stellae, 1662, p. 156 – (traduzone libera).
Questa consapevolezza sembra averla raggiunta in modo particolare nella notte del 20 novembre del 1660, quando ebbe modo di annotare:
“Il colore in un certo senso è mutato, da bianco in fosco, o rosso”
Historiola, p. 153
Anche nei secoli successivi i mutamenti cromatici di questa stella non passarono inosservati! Alla fine del XIX secolo ad esempio, l’astronomo Franks che per tanti anni si dedicò all’osservazione dei colori delle stelle fino ad arrivare a proporre un metodo oggettivo per la loro nomenclatura, mise a confronto le varie tinte che aveva osservato nella Stella Meravigliosa, confermando quanto osservato da Hevelius e quanto è visibile in questi miei scatti: la stella insomma col diminuire della sua magnitudine, dal giallo splendido, sembrava e sembra diventare prima arancione e poi pian piano sempre più rossiccia; e viceversa: da fosca e decisamente rossastra diventa sempre più giallastra man mano che la sua magnitudine aumenta!
Se da un parte è molto FACILE riuscire a riscontrare questo salto cromatico attraverso un semplice telescopio, dall’altra è decisamente più DIFFICILE riuscire a spiegare le cause che lo generano!
Franks ci aveva provato spiegando il fenomeno come un mero effetto ottico dovuto a ciò che l’occhio umano interpreta come “alta” e “bassa” luminosità di una stella ranciata:
“La fluttuazione del suo colore […] è probabilmente solo un accompagnamento della sua variazione in luminosità.”
Oggi però sappiamo che durante il suo ciclo di variabilità, la stella si gonfia così tanto da diventare oltre 1500 volte più luminosa rispetto a quando era sgonfia! E che a questa “lievitazione” corrisponde un aumento di qualche centinaia di gradi anche nella temperatura superficiale, tanto da far passare la stella dalla classe spettrale M9 a M5! Infine, come avviene in tutte le stelle variabili pulsanti con un elevatissimo salto di luminosità, essa è avvolta da uno spesso strato di gas e polveri che ne filtra inevitabilmente la luce, in misura maggiore ovviamente durante la fase di minimo.
Per cui si può facilmente dedurre che alla base del fenomeno del mutamento cromatico non possano escludersi anche le influenze di questi aspetti più oggettivi, da sommare infine a quelli più relativi dovuti al funzionamento dell’occhio umano come diceva Franks!
In ogni caso, che sia tutto dovuto alla sua temperatura, alla presenza della polvere che la circonda o da un semplice effetto ottico, nulla riuscirebbe a sminuire la bellezza dello SPETTACOLO CROMATICO visibile nella Stella Meravigliosa della Balena!
Immagini scattate a stelle messe FUORI FUOCO,
con uno smartphone all’oculare di un dobson da 18″
a 285 ingrandimenti.
Qui la pagina dedicata alle Costellazioni a colori.
Cieli colorati!!!