La scoperta del “Pianeta” IGEA ha pian piano rivestito di fama la vita del nostro Annibale de Gasparis, che con le sue scoperte, da semplice astronomo alunno della Specola partenopea, si è trovato improvvisamente ad intessere relazioni con i più grandi astronomi europei dell’epoca!
Ecco infatti le parole apparse il 22 settembre 1849 sul Giornale Costituzionale del Regno delle Due Sicilie:
In quegl’anni famosissimo e stimatissimo, Le Verrier era l’astronomo che attraverso il semplice calcolo della perturbazione notata nell’orbita di Urano, era riuscito a risalire alla posizione del nuovo GRANDE pianeta – NETTUNO – da lui scoperto solamente tre anni prima della scoperta di Hygiea!
U. J. Le Verrier.
Le parole che l’illustre scopritore inviò a Napoli sono arrivate fino a noi solo grazie a Carmelo Mancini, che nel maggio del 1892, a due mesi dalla morte di de Gasparis piacque pubblicare a conclusione dell’elogio che scrisse in suo onore e che altrimenti sarebbero andate perdute per sempre!
“Signore, La Società Filomatica di Parigi ti ha appena nominato Membro Corrispondente. Mi ha chiesto di informarla. Sono lieto che questa decisione che è stata presa dietro mio rapporto mi dia l’opportunità di congratularmi con voi per il nuovo pianeta che avete scoperto. Voglia accettare, signore, l’espressione della mia alta considerazione”.
La Société Philomatique di Parigi, cioè l’accademia degli “amantori della scienza“, proprio su suggerimento del grande Le Verrier, aveva deciso di nominare Annibale de Gasparis socio onorario, così da poter intessere con lui una relazione su corrispondenza, basata sullo scambio di studi e pubblicazioni!
Ma in effetti, a 5 mesi della scoperta di Igea, non era affatto l’unico grande astronomo dell’epoca che inviò una lettera a Napoli: già il 12 giugno 1849 infatti il de Gasparis poté comunicare all’Accademia delle Scienze di Napoli che notizie sull’osservazione del nuovo pianeta erano giunte oltre che da Santini, Direttore dell’Oss. di Padova, anche dal francese Valz, Direttore dell’Oss. di Marsiglia e dall’Ammiraglio William Henry Smyth, all’epoca Presidente della Royal Astronomical Society.
Lettere tutte perdute e non tramandate!
Possediamo solo la risposta del de Gasparis al Valz, in cui, trascritte le cordinate originali e gli elementi dell’orbita da lui calcolati, conclude: “le saremo infinitamente grati, Signore, di ricevere sue lettere il più sovente che le sia possibile”.
Tra questi Grandi Osservatori del Cielo del XIX secolo non poteva mancare il nome di John Herschel, forse il più illustre di tutti e figlio di William Herschel scopritore di Urano!
Il suo nome non appare menzionato nella relazione del 12 giugno all’Accademia di Napoli; ed in effetti non appare neppure nell’articolo appena letto e pubblicato sul Giornale il 22 settembre del 1849; tuttavia, anche se non sappiamo esattamente quando e come, giungerà poi a Napoli la notizia che l’illustre astronomo inglese, proponeva per il nuovo pianeta il nome “Parthenope”, quello cioè della sirena che la mitologia associava alla fondazione della città di Napoli, così da legare il luogo della scoperta eternamente al cielo stellato!
La proposta di Parthenope arrivò a Napoli quando oramai era già stato scelto il nome Igea; tuttavia, lo stesso Annibale de Gasparis prese molto a cuore l’ntuizione di Herschel!
Cieli colorati!!!
Articolo successivo:
Una Parthenope nel cielo ad Herschel – Versione italiana
A Parthenope in the Sky – English version for The Royal Society
Si ringrazia
la Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea di Roma
per la riproduzione e la pubblicazione delle immagini del Giornale.