Ed eccoci giunti alla ralizzazione di una Parthenope nel cielo! Nella notte dell’11 maggio 1850 il nostro Annibale de Gasparis, impegnato ad osservare astri nella costellazione del Bilancia, si trova di fronte un puntino che si sposta tra le stelle, e dopo aver escluso la possiblità che potesse trattarsi di uno dei 10 asterodi già noti, comprende di averne scoperto uno nuovo!
Ecco le parole riportate sul Giornale del Regno, con le quali il direttore interino Leopoldo Del Re, che aveva intanto sostituito Ernesto Capocci defenestrato per la sua partecipazione ai moti liberali contro i Borbone, comunica la notizia al popolo borbonico.
Le fonti dell’epoca, senza approfondire, riportano che fin dal 6 maggio ne sospettasse la presenza, probabilmente notando la scomparsa di una stella precedentemente fissata o qualcosa di simile. Sta di fatto che ne ebbe la conferma solamente 5 giorni dopo, osservando e notando il movimento dell’astro rispetto allo sfondo delle stelle in poco meno di un’ora come leggiamo alla voce “Partenope” del Dizionario dei temini geografici di Grabriello De Sanctis del 1852 in cui autore, per i termini astronomici, dice esplicitamente di aver fatto riferimento a de Gasparis:
In quelle notti oltre a continuare ad aggiornare le carte del cielo di Berlino inserendo tutte le stelline meno luminose ancora assenti, era sicuramente accompagnato anche da un altro tarlo: quello di ritrovare Igea Borbonica, l’asteroide scoperto l’anno precedente, ma di cui si erano perse le tracce da ormai 10 mesi. L’asteroide infatti da fine luglio del 1849 era entrato in congiunzione col Sole, divenendo praticamente inosservabile per molti mesi e purtroppo le posizioni tratte dalle osservazioni precedenti sembravano non bastare a calcolarne l’orbita per rintracciarlo dopo la congiunzione eliaca.
Ed allora, mentre ancora era alla ricerca di Igea, eccolo di fronte alla scoperta di un secondo asteroide!
Il nome dell’asteroide
Mentre per Igea Borbonica il lettore del giornale e la comunità scientifica dovettero aspettare quasi due mesi per conoscere il nome scelto da Ernesto Capocci, questa volta Annibale de Gasparis non ha dubbi: il nuovo pianeta si chiamerà Parthenope, come quella sirena associata mitologicamente alla città di Napoli.
In questo modo riusciva infatti a portare il luogo della scoperta fino al cielo stellato: una vera e propria catasterizzazione, simile a quella avvenuta con i personaggi delle costellazioni, portati tra le stelle per renderli immortali.
La proposta di questo nome venne da John Herschel già al momento della scoperta di Igea; e che Annibale de Gasparis non vedesse l’ora di accontentare l’illustre astronomo inglese, appare chiaro da quanto scrive ai colleghi quando può finalmente comunicare la scoperta!
La comunicazione della scoperta
Dalla ricerca nella sua corrispondenza è bello notare come prima che la notizia fosse comunicata al popolo napoletano dal direttore della Specola attraverso questo articolo del Giornale del Regno, il 13 maggio 1850 Annibale de Gasparis scrisse almeno 5 lettere inviate a Londra, Parigi, Altona e a Padova, ad illustri astronomi suoi contemporaei!
I manoscritti inviati a François J. D. Aragò, direttore dell’Osservatorio di Parigi e a Giovanni Santini direttore della Specola di Padova, sembrano purtroppo andati perduti; tuttavia da altre fonti sappiamo che il loro contenuto non doveva essere molto diverso da quanto aveva scritto agli altri tre astronomi!
Il primo a cui abbia scritto, ci piace immaginare, che sia stato proprio John Herschel:
“Ho l’onore di farle la comunicazione della scoperta di un nuovo pianeta. Devo ammetterle di essere in debito col desiderio di realizzare una Parthenope nel cielo, tale era il nome che lei aveva proposto per Hygiea”
E siccome Parthenope nella mitologia era solamente una sirena e non una divinità come invece accadeva con i nomi di tutti gli altri pianeti ed asterodi, scrive a Urbain Le Verrier, scopritore di Nettuno:
“Spero che gli astronomi adottino per il nuovo pianeta il nome di Parthenope, che il Sigr. Herschel aveva proposto per Hygiea. Senza dubbio è una sirena, ma con il permesso di un astronomo così amico del cielo l’accogliamo alla corte dell’Olimpo”.
Infine, da quanto scrive ad Heinrich Christian Schumacher, direttore di Altona appare chiaro quanto attraverso questa scoperta, fosse felice di accontentare Herschel, quasi fosse una dedica a lui indirizzata:
Ho l’onore di annunciarle la scoperta di un nuovo pianeta. Ho fatto tutti i miei sforzi per realizzare nel cielo una Parthenope al Sign. Herschel, tale era il nome che il celebre astronomo inglese aveva proposto per Hygiea.
Eppure questa forte stima nei riguardi dell’astronomo inglese, generò un po’ di ilarità tanto che lo stesso Schumacher, il giorno stesso in cui ricevette la lettera da Napoli, inviò anche lui una lettera ad Herschel, in cui con un pizzico di ironia, scrisse:
“Da una lettera ricevuta da Gasparis, (Napoli maggio 13) lui mi annuncia la scoperta di un nuovo Pianeta, della cui scoperta la causa sei tu! Lui lo chiama Parthenope”
Dove la parola “tu” è sottolineata proprio dell’autore.
Ma Schumacher non si fermò qui: per informare della scoperta gli altri colleghi, non esitò a pubblicare nell’Astronomischen Nachrichten, uno dei bollettini astronomici più diffusi dell’epoca di cui era direttore, le stesse parole di de Gasparis. Così quello che prima era scritto solo privatamente, ora poteva essere letto da tutti pubblicamente, proprio come, molto probabilmente sarebbe piaciuto allo stesso de Gasparis, visto che ne andava così fiero!
Le prime reazioni di Herschel
Dallo studio della corrispondenza di Herschel, sappiamo che in una lettera del 27 maggio 1850 indirizzata alla rivista The Athenaeum, l’astronomo inglese scrisse:
“Ho appena ricevuto dal Sigr De Gasparis dell’Osservatorio Astronomico di Napoli la notizia della scoperta di un altro pianeta che lui propone di chiamare Parthenope”
dove, pur mancando qualunque riferimento alla sua mediazione circa la scelta del nome, ci lascia in parte ricostruire i tempi della ricezione della lettera napoletana.
Sappiamo inoltre che il giorno successivo, sempre Herschel scriverà a George Biddell Airy, direttore dell’Osservatorio Astronomico di Greenwich:
“C’è un altro pianeta Parthenope, da de Gasparis. Te lo invio per annunciarlo alla R.A.S. Sarò felice di riavere indietro l’autografo dello scopritore una volta che avrai finito”
da cui deduciamo che la lettera ricevuta da Napoli, una volta giunta nelle mani di Herschel, fece una piccola trasferta fino a Greenwich, perché Airy potesse comunicare la cosa alla Royal Astronomical Society. Ed infine fu rispedita al legittimo destinatario!
Simpatico aneddoto confermato dalla piccola scritta che si legge in alto a sinistra del manoscritto: “da riconsegnare al sign. J. Herschel”.
Eppure, quando si va a leggere quanto pubblicherà la RAS, appare chiaro che per comunicare la scoperta del nuovo pianeta, più che le parole che de Gasparis aveva indirizzato ad Herschel, furono pubblicate quelle che egli aveva scritto a Schumacher, dove però quella che poteva sembrare una dedica ad Herschel, viene ora decisamente sfumata:
“Annibale de Gasparis, assistente al Reale Osservatorio di Napoli,
in una lettera al Sigr. John Herschel, annuncia la sua scoperta di un nuovo pianeta dell’11 Maggio. Egli afferma di aver fatto tutti i suoi sforzi per realizzare una Parthenope nel cielo, essendo questo il nome che gli era stato suggerito dal Sign. John Herschel in occasione della scoperta di Hygiea nel 1849.”
Alcune critiche
Questo forte entusiasmo nell’essere riuscito ad accontentare il grande Herschel fu anche motivo di critiche, da parte ad esempio di Frederik Kaiser, direttore dell’Osservatorio di Leiden. Egli nel 1850 stava sul punto di pubblicare un testo dedicato alla storia della scoperta dei pianeti; e così per riportare i dettagli delle recentissime scoperte napoletane, il 3 giugno 1850 scrisse una lettera al de Gasparis per sapere come fosse giunto alla scoperta di Hygiea e Parthenope.
Come dirà egli stesso, la risposta che ricevette da Napoli non lo soddisfò affatto: de Gasparis aveva raccontato infatti di averli scoperti semplicemente confrontando sistematicamente la volta celeste con le mappe stellari di Berlino, all’epoca disegnate stella per stella dai singoli astronomi. Il Kaiser invece si aspettava che queste scoperte fossero il risultato di un qualche complicato lavoro teorico-matematico che la Specola napoletana portasse avanti da anni!
Un semplice lavoro di confronto insomma, che secondo il Kaiser potrebbe portare avanti chiunque abbia un po’ di tempo libero! E che può sfociare nella scoperta di un pianeta semplicemente per casualità o solo perché baciati dalla fortuna e che quindi il risultato ottenuto non è per forza degno di speciali e lodevoli meriti!
E perciò, carico di cinismo, riguardo a Parthenope, scrisse:
“Annibale de Gasparis scoprì un pianeta […] che secondo la sua breve comunicazione a Schumacher inviata il 13 dello stesso mese, sembrava aver localizzato solo per fare un piccolo servizio a Herschel”; “[…] solo con grande difficoltà si può credere seriamente che gli astronomi di Napoli avrebbero considerato il loro osservatorio adatto a nulla di più importante che a tali sottigliezze come quella di realizzare per Herschel un Parthenope nel cielo”.
Critiche davvero forti ma che il Kaiser riserverà praticamente a quasi tutti gli astronomi ed Osservatori Astronomici italiani dell’epoca! Riportate tuttavia in un libro scritto solamente in olandese per cui, anche se de Gasparis era a conoscenza della sua imminente pubblicazione, non sappiamo se sia mai riuscito a leggerle o se qualcuno gliele abba mai raccontate.
Una Parthenope nel cielo e l’ironia napoletana
Ma tornando nella nostra bella Napoli, che la scelta del nome Parthenope non fosse passata inosservata al popolo borbonico, appare chiaro dalle pagine de Il Palazzo di Cristallo, il giornaletto umoristico tutto napoletano degli anni 1855 – 1856 che tra le numerosissime citazioni che fa del de Gasperis e del suo terribile cannocchiale, non manca di riportare un riferimento alla realizzazione di una Parthenope nel cielo!
Ed infatti, nei giorni in cui gli astronomi erano oramai arrivati a scoprire Armonia, il 40mo asteroide, leggiamo:
“Io non so come voi facciate per scoprire nuovi pianeti in cielo
mentre io in terra ora con la lenta agli occhi ora col binocolo non arrivo a scoprire un pianeta nuovo nel bel sesso. Invano giro per Toledo, invano giro per Chiaia, invano passo a rassegna i palchetti de’ teatri e veggo sempre le medesime stelle fisse. Caro de Gasperis comunicami la ricetta di fare delle scoperte, dammi in prestito il tuo cannocchiale. […] Appena avrò scoperto
un pianeta che merita […] lo chiamerò bellezza partenopea!
Il Palazzo di Cristallo,
17 giugno 1856, Anno I, n. 159
Ed Herschel che ne pensava? Era soddisfatto? Non passeranno molti giorni e la sua risposta arriverà! E a Napoli sarà accolta così bene da essere raccontata anche in un articolo del Giornale borbonico!
Ecco in che modo, Annibale de Gasparis
nella notte dell’11 maggio 1850
con la scoperta del suo secondo asteroide
e grazie all’intuizione di John Herschel,
riuscì a fare di Napoli, la prima città in assoluto,
ad essere portata tra gli astri della volta celeste,
una Parthenope nel cielo!
Cieli colorati!!!
Articolo successivo: 15 giugno 1850
il ritrovamento di Hygiea e la risposta di Herschel
Questo articolo è parte di un grande racconto che parte da qui!
Si ringranziano
la Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea di Roma
per la riproduzione e la pubblicazione delle immagini del Giornale;
The Royal Society per la riproduzione e la pubblicazione
delle immagini delle lettere tratte dal John Herschel database;
La Bibliothèque de l’Institut de France per la riproduzione
e la pubblicazione della lettera a U. Le Verrier – Ms 3711 pièce 50
La Leiden University Libraries per la riproduzione
e la pubblicazione delle lettere di Kaiser – AFA FC FK 47
La Staatsbibliothek zu Berlin per la riproduzione
e la pubblicazione della lettera di Schumacher