ORGANIZZA UNA SERATA OSSERVATIVA!!!

Ecco un’idea davvero originale: ORGANIZZA UNA BELLA SERATA OSSERVATIVA!

Lo spettacolo della volta celeste che ogni notte si apre sopra le nostre teste, non passa indifferente agli occhi di nessuno: Luna e pianeti, ammassi stellari e nebulose, lontani milioni e miliardi di chilometri da noi, danzano lassù in alto su un palcoscenico immenso.

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Saturno SENZA anelli: una inaspettata meraviglia

Dopo la congiunzione col Sole di alcune settimane fa Saturno è ritornato visibile nel cielo dell’alba. Ma a differenza di come l’ho lasciato l’ultima volta – era il 16 febbraio scorso – ora appare SENZA anelli.

Ogni 15 anni circa infatti, quando il pianeta si mostra alla Terra perfettamente di taglio, i suoi sottili anelli spariscono alla vista.

Questa volta il fenomeno si è verificato il 23 marzo – 5 settimane dopo la mia ultima osservazione – quando però il pianeta risultava inosservabile perché in congiunzione stretta col Sole. Eppure ieri, a più di 3 settimane di distanza da quel giorno, i suoi anelli SONO ancora INVISIBILI: forse perché troppo deboli per essere visti nelle luci dell’aurora o forse perché cancellati dalla rifrazione atmosferica. Ma sta di fatto che al telescopio NON si vedono, neppure ad alti ingrandimenti.

Il fenomeno fu osservato per la prima volta da #GalileoGalilei nel 1612. Egli non riuscì mai a capire la natura di quelle “orecchie” attaccate a Saturno, ed avendo osservato per circa 2 anni che l’aspetto del pianeta tricorporeo era rimasto praticamente immutato, l’improvvisa sparizione degli anelli fu per lui “un’ inaspettata meraviglia”:

Ora che si ha da dire in così strana metamorfosi? Forse si sono consumate le due minori stelle al modo delle macchie solari? Forse sono sparite e repentinamente fuggite? Forse Saturno si ha divorato i propri figli

scrisse a Marco Velseri il primo dicembre 1612. Curiosamente infatti, secondo la cosmogonia greca, Crono – Saturno per i Romani – divorava i suoi figli per paura che lo spodestassero, proprio come sembrava fosse accaduto.

Pur non comprendendo la ragione di quella meravigliosa sparizione, Galileo non dubitava affatto del loro ritorno. E così fu.

👉 Oggi, dopo oltre 400 anni da quella prima volta, davanti a quella sparizione non più inaspettata e a quella riapparizione non più indubitabile, c’è ancora lo stesso stupore.

Immagini riprese con un dobson Sky-Watcher 18″ ed uno Huawei p30 pro.

Il cielo sopra Beirut, intervista a Steven Shehade – su PRISMA

✨️ È sempre bello raccontare le storie che la fantasia dell’uomo ha immortalato nella volta celeste.

Ma poi ci sono le storie vere, come quella di Steven Shehade, che osserva il cosmo in un contesto difficile come quello di Beirut, dove continua a sognare e dove rischia la vita anche come vigile del fuoco volontario.

È un vero piacere – attraverso di lui – dare voce a tutti quelli che come lui, pur subendo ingiustizie, continuano ad essere da esempio per tutti. Storie, che per la loro quotidiana eroicità, andrebbero catasterizzate nella volta celeste.

Intervista per Gabriella Bernardi sul progetto delle Costellazioni a Colori

Che bello! Alla giornalista, pubblicista e scrittrice scientifica Gabriella Bernardi è piaciuto così tanto il mio progetto delle “Costellazioni a colori” da volermi dedicare un‘intera intervista.

È stato un vero piacere ripercorrere gli oltre 25 anni di passione per il cielo che mi porto alle spalle e delineare quei sottili fili che danno senso a tutti questi anni di astrofilia.

Non so quanto ciò che mi diverto a fare con i colori delle stelle possa definirsi #arte o #scienza. Ma in effetti più che rappresentare il fine, l’arte e la scienza sono solamente la modalità e l’inevitabile conseguenza della condivisione di quanto mi piace osservare e raccontare del cielo.

👀 Queste immagini – scosse o sfocate – non sono altro che una visione d’insieme dei colori che si possono veramente vedere al telescopio, trasformandosi così in un invito ad osservarli con i propri occhi.

Grazie Gabriella per aver apprezzato questo mio progetto ed ancora di più per aver valorizzato la “mia” astronomia tutta

Venere all’ombra di una magnolia in fiore ed altri alberi

Quest’anno il luminoso pianeta sarà in congiunzione inferiore a cavallo dell’equinozio di primavera. Per cui mi sembra una buona idea osservare e riprendere la sua piccola falce assieme a differenti fiori, veri protagonisti di questa stagione.

📷 Nikon coolpix p510.

Qui all’ombra di altri alberi.

Recenti pubblicazioni

Per l’interazione della radiazione elettromagnetica a differenti lunghezze d’onda e la percezione sensoriale dell’occhio umano il mondo ci appare tutto colorato.

Lo stesso accade osservando i pianeti, ogni singola stella della volta celeste ed in modo mediato con gli altri oggetti del profondo cielo quando immortalati nelle immagini astronomiche.

I meccanismi fisici che si nascondono dietro “lo spettacolo a colori” dello spazio e della realtà che ci circonda ce li spiega Diego Tesauro nel suo ultimo articolo pubblicato per la Società Chimica Italiana

Grazie Diego per aver inserito anche il mio mosaico dei colori di Orione tra le immagini da te selezionate.

Kaleidocosmo fa da copertina ad un articolo di Larry Sessions dedicato ai colori delle stelle pubblicato su Earthsky.

E tra le immagini che accompagnano il testo c’è anche il mosaico di Orione a colori.

Qui il link.

🟡 L’AUREO Orione …è di colore BLU 🔷️

Tutte le stelle del cielo sono colorate. E se potessimo vedere le pallide sfumature di tutte quelle visibili ad occhio nudo, la volta celeste apparirebbe come un’immensa esplosione di coriandoli colorati.

Ma a ben vedere, accanto alle tante zone con astri dalle sfumature DISordinatamente sparse, ci sono anche zone con astri dalle sfumature molto simili: quando il creatore cominciò a dipingere il cielo, pare si sia lasciato sfuggire alcune gocce di colore sulla volta celeste che, come larghe ed irregolari chiazze cromatiche, hanno finito per maculare la volta celeste di azzurro e di giallo.

É ciò che accade ad esempio in quella zona al confine tra le costellazioni di Orione, della Lepre e dell’Eridano per il BLU; e ciò che si verifica tra quelle della Balena e dei Pesci per il GIALLO come dimostrano in una sola occhiata questi mosaici con un totale degli oltre 200 astri presenti in questi due angoli celesti fino alla sesta magnitudine, fotografati uno ad uno – e volutamente fuori fuoco – così come appaiono attraverso un dobson da 18″.

Strutture e concentrazioni di colori non sempre frutto del caso, ma che rivelano verità fisiche circa la l’età delle stelle, la loro distanza reciproca, la loro posizione nella nostra Galassia e chissà cos’altro. Gran parte di questi astri blu infatti appartengono ad esempio alla cosiddetta Associazione stellare Orione OB1.

Se questi colori fossero stati visibili ad occhio nudo probabilmente le costellazioni avrebbero avuto FORME e CONFINI differenti rispetto a quelli attuali perché sarebbero state sicuramente delineate seguendo anche la DISTRIBUZIONE che questi colori hanno nella volta celeste.

Già William Sadler Franks nel XIX secolo se ne era accorto:

«il colore non è distribuito uniformemente nei cieli, ma tende a raggrupparsi in certe regioni».

E quando con il gruppo di soci della Coloured Section della BAA, la British Astronomical Association si divertì a descrivere le sfumature di tutte le stelle visibili ad occhio nudo, annoverando le stelle AZZURRE tra quelle BIANCHE per il loro aspetto pallido, aggiunse chiaramente:

«le più sorprendenti aggregazioni di colore nei cieli probabilmente possono essere trovate nel Toro e in Orione per le stelle bianche; e nella Balena e nei Pesci per le stelle gialle».

Orione “aureo”

Quelle qui presentate non sono le uniche zone monocromatiche della volta celeste, ma sicuramente sono da annoverare tra quelle più evidenti. Orione in modo particolare salta subito all’occhio perché, per la forma e le luminose stelle che la caratterizzano, è sicuramente la costellazione più bella della volta celeste.

Curiosamente due mila anni fa Virgilio «scorge Orione armato d’oro ( armatumque auro circumspicit Oriona – Eneide 3.517 )»; e lo stesso farà Manilio quando lo definisce «aureo ( Orion aureus – Astronomica 5.723 )».

Dobbiamo forse pensare che nell’antichità le stelle di Orione fossero descritte dalle sfumature gialle? La soluzione ci viene dal brano in cui è tratta la citazione di Manilio. Egli, parlando della moltitudine delle stelle più deboli del cielo, dice:

«immerse nelle vaste profondità del cielo [esse] non brillano né ogni notte né in ogni stagione; ma quando la luminosa Luna devia il suo corso sotto l’orizzonte, quando i pianeti nascondo la loro luce sotto la terra, quando l’aureo Orione ha immerso i suoi fuochi splendenti […] allora queste stelle brillano nell’oscurità e le loro fiamme accese perforano l’oscurità della notte. […] La loro abbondanza non cede ai fiori del campo o ai granelli di sabbia sulla riva tortuosa dell’Oceano; ma come tante sono le onde che cavalcano in infinita processione sul mare, come tante sono le miriade di foglie che cadono e svolazzano giù nei boschi, più numerosi ancora di questi sono i fuochi che circondano i cieli».

Manilio insomma, nel descrivere Orione dice che è così brillante che, quando è sopra l’orizzonte, come la Luna e i pianeti, offusca la luce delle stelle più deboli che abitano la volta celeste. E per farlo lo definisce “aureo”, un termine che non va inteso quindi nel senso di “dorato”, quasi come se le sue stelle fossero di tale sfumatura, ma nel poetico significato di “luminoso”, come chiarisce lo studio di Laura Sacchetti:

[ i termini ] auratus e aureus nel significato di luminoso non sono rari in contesti astronomici, specialmente in tono elevato; sono di uso prevalentemente poetico ( implicano la metafora splendore dell’oro = luce ) e possono riferirsi a una costellazione qualsiasi, al Sole e alla Luna, al pianeta Venere. Manilius stesso usa aureus per il Sole, per il Cigno, Andromeda, Orione […] Dunque non si tratta di una metafora originale

Sacchetti L., La luminosità del cielo e degli astri negli Astronomica di Manilio, osservazioni terminologiche e stilistiche).

Parafrasando le parole degli illustri del passato allora, oggi possiamo poeticamente affermare che le poco auree Balena e Pesci sono chiaramente gialle; e che l’AUREO Orione è di colore BLU e blu sono anche molte stelle che circondano il suo piede destro.

The Golden Orion

Magnificent concentrations of blue and yellow stars in the sky: Orion and Cetus constellation and their neighbours.

Mosaics with all their stars up to magn. +6. Over 200 single shots taken out of focus to better see their nuances.

Marte in Opposizione

Marte in Opposizione

🌕 La prima #Luna Piena dell’anno era sorta insieme a #Marte; ma è solo poco prima di tramontare che si sono quasi sfiorati: se in alcune parti del mondo hanno potuto assistere all’occultazione, anche una congiunzione così stretta è carica di fascino.

Eccoli come apparivano al telescopio nelle ultime ore della notte; ed eccoli – oramai più lontani – tra i colori della Cintura di Venere e dell’ombra della Terra.

Al telescopio anche ad alti ingrandimenti erano visibili entrambi contemporaneamente nel campo dell’oculare: una porzione di Luna ed il disco arancione del pianeta, con la sua calotta polare ed i colori diversi della sua superficie.

🙃 Il loro incontro rivela inoltre un fatto importante: un pianeta è cosí vicino alla Luna Piena o sorge e tramonta nella Cintura di Venere solo quando è vicinissimo alla sua #opposizione. E all’alba di quella notte c’erano entrambe le situazioni.

Osservarli e riprenderli in quel momento allora è uno dei modi piú belli per osservare e dire con un solo scatto: “Marte è nuovamente in opposizione”.

Se con i Giganti gassosi accade ogni anno, tra i pianeti rocciosi solo Marte può sorgere e tramontare assieme alla Luna e solo una volta ogni due anni

🔴 Ecco invece Marte ripreso circa una settimana fa mentre attraversava il campo dell’oculare del dobson da 18″ a 404 ingrandimenti, una sera con seeing particolarmente favorevole. Numerosi i dettagli percepibili in visuale, a partire dalla calotta polare nord e dalle nubi di colore bianco visibili sui bordi, il Mare Acidialum ed il Mare Erythraeum di colore marroncino e l’Arcadia di colore arancione.

La visione è stata ovviamente favorita dalla minima distanza – da due anni a questa parte – di questi giorni e che lo porterà a circa 96milioni di km dalla Terra il 16 gennaio prossimo, giorno dell’opposizione.